BDSM - Cleis Ende http://www.cleisende.it/bdsm/ Parole sporche Tue, 27 Jul 2021 07:27:31 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.3 https://www.cleisende.it/wp-content/uploads/2020/11/cropped-Icona-CleisEnde-1-32x32.jpg BDSM - Cleis Ende http://www.cleisende.it/bdsm/ 32 32 Com’è fatto un master BDSM? Ce lo spiega Lara Esse https://www.cleisende.it/master-bdsm-lara-esse/ Thu, 11 Mar 2021 21:19:40 +0000 https://www.cleisende.it/?p=863 Il tema di come è fatto un “vero” master BDSM è una delle più sentite nell’ambiente, specie dai giovani uomini. Il libro “Nel buio ti...

L'articolo Com’è fatto un master BDSM? Ce lo spiega Lara Esse proviene da Cleis Ende.

]]>
Il tema di come è fatto un “vero” master BDSM è una delle più sentite nell’ambiente, specie dai giovani uomini. Il libro “Nel buio ti vedo” di Lara Esse parla proprio di questo

Spoiler: il “vero” master, quello alla Christian Grey, non esiste. O meglio, esiste ma non vuoi andarci a letto né tanto meno praticarci BDSM. Come già accennato nella recensione di “Come petali di ciliegio”, i maschioni protagonisti di tanti libri erotici sono in realtà figure abusive. Rimane quindi da capire com’è fatto davvero un uomo dominante e, magari, anche un po’ (tanto) sadico.

Nel buio ti vedo” di Lara Esse gira proprio intorno a questa domanda, motivo per cui lo userò come pretesto per approfondire l’argomento dopo un’analisi più formale.

Di cosa parla “Nel buio ti vedo”

Alice è una giovane donna normale, che divide la propria vita tra casa e lavoro. La tipica ragazza acqua e sapone che frequenta ragazzi altrettanto normali e innocui. In apparenza.

In realtà, sono anni che Alice cerca il coraggio per entrare nell’ambiente BDSM. Pur essendosi iscritta a diversi munch, ne ha frequentati solo un paio e non ha mai approfondito la conoscenza con nessun membro della Scena. Forse il suo momento è arrivato.

Un giorno Alice trova una lettera anonima nella cassetta delle lettere. Un uomo la invita a casa sua, promettendole di farle scoprire i segreti della dominazione erotica a una condizione: prima di ogni incontro, Alice dovrà indossare una benda.

L’uomo senza volto, ribattezzato “MrDark” dalla protagonista, porterà Alice in luoghi di se stessa che non avrebbe mai pensato di raggiungere. Qual è la sua vera identità, però?

Che sia qualcuno che Alice conosce già?

Analisi tecnica del romanzo

Prima di passare al discorso sul “vero” master BDSM, due parole su com’è scritto e strutturato il romanzo.

La storia

Mi piacerebbe dire che la premessa di “Nel buio ti vedo” è assurda1, ma sarei molto ottimista. Pochi MrDark ti lasciano una lettera nella cassetta della posta (per fortuna), però di masteroni che ti propongono incontri al buio su internet è pieno il mondo. Allo stesso modo, è pieno il mondo di persone giovani che si buttano a capofitto nell’esperienza.

Diciamo che di solito non va come nel romanzo. Probabilmente, l’aspetto più inverosimile della storia è che MrDark si riveli una persona tutto sommato seria, desiderosa di instaurare un legame duraturo con Alice. Nella realtà, una persona che non gioca così tanto a carte coperte è probabilmente una persona abusiva. Fatta eccezione per questa cosa, però, il romanzo dà un’immagine abbastanza fedele del BDSM.

Dopo le famigerate Sfumature, il panorama erotico si è riempito di autori che scrivono di BDSM senza saperne un tubo. Lara Esse è invece una persona che ne capisce ed è evidente per due motivi:

  • la storia gira intorno a un problema reale all’interno della Scena, descrivendo un rapporto di dominazione e sottomissione realistico, anche se romanzato;
  • le sessioni descritte non si limitano alle solite due pacchette sul culo che si vedono nei libri erotici. Niente contro le sculacciate, anzi, però è bello leggere un libro con qualche pratica BDSM un po’ diversa dal solito. Alice si diletta con figging, kinbaku, breath play, elettro play… Insomma, c’è un po’ di varietà.

La struttura del romanzo è un po’ approssimativa: la vicenda inizia con Alice che incontra MrDark, senza lasciarci il tempo di conoscere la protagonista; Valerio, un personaggio importante per la storia, entra in scena solo al 37% del romanzo; certe scelte sembrano essere state prese in corso d’opera. In compenso, il conflitto è sempre presente e non ci sono momenti di noia.

Secondo me, sia i pro sia i contro sono dati dalla modalità di scrittura dell’autrice. Lara Esse nasce infatti su Wattpad e i suoi romanzi sono di fatto feuilleton, storie a puntate. Ciò significa che bisogna entrare subito nel vivo dell’azione, tenere alta l’attenzione dei lettori e saper improvvisare.

Lo stile

Le vicende sono narrate in prima persona da Alice, intervallate da parti in corsivo narrate invece da MrDark. L’autrice rimane fedele al punto di vista scelto, il che facilita l’immersione nella mente della protagonista. Ciononostante, devo segnalare due punti dolenti.

  • L’uso di una prosa inutilmente ricercata in alcuni punti, specie quando si descrivono atti sessuali. Usare tante parole desuete e metafore rende le descrizioni opache e meno immersive, il che viola il principio base di un romanzo: farti vivere l’esperienza come se fossi sul posto. A discolpa di Lara Esse, devo dire che è una tendenza comune nel genere. Presto o tardi approfondirò la cosa.
  • Una punteggiatura spesso incerta. Niente di irreparabile, sia chiaro: basterebbe una revisione un minimo approfondita per risolvere il problema.

Per il resto, c’è qualche spiegone qua e là, ma niente di terribile. In generale, l’unica cosa che mi sento davvero di consigliare all’autrice è di alleggerire la prosa. Basterebbe questo per migliorare nettamente lo stile, dato che i principi base del buon scrivere ci sono già: mostrare le scene invece che riassumerle; evitare di saltellare da un punto di vista all’altro.

Non è banale come sembra.

Come si riconosce un master?

L’intera storia ruota intorno a una domanda: qual è il vero volto di un master, nella vita di tutti i giorni? MrDark è indubbiamente un uomo dominante e anche parecchio sadico, seppure nei limiti di sicurezza e consenso. Eppure, Alice non ha idea di chi sia veramente né di come sia fatto.

Fino al secondo turning point, né il lettore né Alice conoscono la vera identità dell’uomo. L’unica cosa che scopriamo, verso un terzo del libro, è che Alice ha già incrociato MrDark in un contesto informale e che non l’ha riconosciuto come un “vero” master e, anzi, l’ha scambiato per un sottomesso. Questo l’ha – comprensibilmente – mandato in puzza.

È da qui che voglio partire.

Alice ha fatto un errore: dare per scontato che un uomo dominante a letto sia sempre riconoscibile a colpo d’occhio. È davvero così? Chi domina nel privato fa emergere questo tratto anche nella vita di tutti i giorni? Per esperienza, no. Ci sono master che rispecchiano lo stereotipo da libro erotico, ma sono la proverbiale eccezione che conferma la regola.

Ci sono due ragioni, a mio parere.

  1. L’idea platonica del Master BDSM è, appunto, un’idea: nella realtà non esiste. Si parla prima di tutto persone, ciascuna con il proprio carattere specifico, i propri feticismi, le proprie fissazioni. Cercare di farli entrare tutti nello stesso stampino è inutile e stupido. Alcuni sono dominanti a 360°, altri lo sono solo a letto, altri ancora lo sono a letto e in altri ambiti specifici della vita. Non esiste una regola2.
  2. L’istinto dominante non sorge solo in figaccioni alti un metro e novanta, con l’addominale scolpito, che vestono solo Armani e con un attico nel centro di Milano. Lo so, è una grossa delusione.

Un dominante debole non è un dominante

A dispetto di quanto visto sopra, verso un terzo del libro Alice ci dice:

Un dominante non può permettersi di farsi vedere debole, tutto in lui deve manifestare quell’idea di controllo che poi mette in atto. E non mi riferisco all’abbigliamento ma proprio a come si pone. Voce, parole, gesti e sì, anche presenza fisica, devono rispecchiare quello che si vuole trasmettere. (…) Mi dispiace, un dominante deve essere capace di farmi vivere certe sensazioni e con una caricatura di uomo non ci riuscirei.

Ci sono momenti in cui la nostra Alice si fa proprio volere bene, vero? La citazione è decontestualizzata per non fare spoiler, ma il messaggio è forte e chiaro: un dominante debole, magari pure alto un metro e un tappo, non può essere un vero master. Ovviamente la nostra eroina dovrà rivedere certe opinioni, ma non corriamo troppo.

Quella di Alice è un’opinione estrema e poco condivisibile? Poco ma sicuro: come detto sopra, chi gioca da dominante nel BDSM non necessariamente è dominante nella vita o si attiene a certi canoni estetici. All’interno del gioco, il master mantiene il controllo della situazione ed è auspicabile che trasmetta anche una certa sicurezza. Non si può pretendere che sia così anche una volta messi via i frustini.

Il BDSM è fatto di persone e, psicopatici a parte, le persone hanno momenti di debolezza e incertezze. È questo che Alice non capisce, in un primo momento: le persone sono puzzle e il “master” è solo uno dei tanti pezzi. MrDark è sì cattivissimo e sexyssimo quando Giocano, ma ha anche lui diritto ad avere dei punti deboli.

Vuoi un altro esempio di master sadico nel gioco quanto tenero nella vita? Leggi il mio articolo su “Nana to Kaoru”.

Sotto i quaranta non puoi essere un master

Lo stereotipo del masterone maschione figaccione è un problema sotto tanti punti di vista. Punto uno: se sei alto un metro e sessanta, puoi considerarti un vero master? Punto due: se un completo Armani costa quanto un tuo stipendio, puoi considerarti un vero master? Punto tre: se sei disoccupato e hai paura per il futuro, puoi considerarti un vero master?

Ma soprattutto: se hai vent’anni e qualcosa, puoi considerarti un vero master? E qui iniziano i problemi.

I papabili MrDark sono persone adulte, quindi il libro non tocca la questione dell’età. Nella vita di tutti i giorni è invece un problema non da poco. Ho sentito diversi ragazzi che giocano da dom lamentarsi di essere presi poco sul serio, in quanto troppo giovani: se non hai quarant’anni di età e cinquant’anni di esperienza nel BDSM, non puoi essere un vero master.

Il che è una stronzata, mi pare ovvio.

Torniamo al libro e vediamo quali sono gli elementi che rendono MrDark un vero master:

  • ha “intenzioni serie” con Alice, con la quale instaura un rapporto continuato di dominazione e sottomissione;
  • mantiene sempre un ottimo controllo della situazione, anche in momenti critici;
  • mostra un’ottima capacità di rimanere nel personaggio durante le sessioni, stuzzicando la fantasia di Alice;
  • ha competenze tecniche in ambito BDSM, che gli consentono di andare oltre le solite pacchette sul culo che vediamo nei libri erotici.

L’età di MrDark è ininfluente e, per quanto ne sappiamo all’inizio, potrebbe anche essere fatto così: vent’anni e qualcosa, tono perennemente pacato, fisico esile, faccino pulito da bravo ragazzo3.

Come in altri ambiti della vita, si dà per scontato che una persona “grande” sia anche “esperta”. Non è vero. L’effettiva bravura di un master dipende non solo dagli anni di pratica, ma anche dall’impegno e dallo studio. So di ammazzare un po’ la poesia, però certe pratiche BDSM richiedono di tornare sui libri; il kinbaku è uno degli esempi più eclatanti, ma di sicuro non l’unico.

Si può praticare per vent’anni alla carlona, senza preoccuparsi di imparare come far godere – e soffrire – un sottomesso. Si può praticare per un paio, passando ore e ore sui libri a imparare le tecniche più sadiche.

Dipende dalla persona, non dall’età.

Una vera slave è senza limiti?

Dopo aver smontato lo stereotipo del vero masterone che non deve chiedere mai, alto due metri e con un arnese di trenta centimetri, una piccola nota anche sulla “vera” slave.

All’inizio della storia, Alice si rifiuta di stabilire hard limit e soft limit, ovvero pratiche che non vuol nemmeno sentire nominare e pratiche che preferisce non fare. A suo dire, le basta la consapevolezza che MrDark si fermerà al primo accenno di safeword. Questa scelta ha un senso in funzione del finale della storia, ma in una vera relazione BDSM potrebbe essere problematica.

La completa assenza di limiti non solo non è vista come qualcosa di buono4, ma può essere considerata una “red flag”. In parole povere, un campanello d’allarme che potrebbe spingere la figura dominante a non giocare con quella persona.

Non esiste nessuno senza limiti. Anche i sottomessi più masochisti hanno qualcosa che fa loro paura o che non piace. Se quindi qualcuno si rifiuta di comunicare i propri limiti, sta:

  • mentendo per fare bella figura;
  • prendendo la cosa alla leggera, magari a causa dell’inesperienza.

Nessuna delle due cose è auspicabile e questo emerge molto bene nel libro. Alice inizia non ponendosi dei limiti (a parole), tanto è desiderosa di provare tutto del BDSM. Questo costringe MrDark a mettere dei paletti al posto suo, però.

Voglio farle provare nuove sensazioni, nuove situazioni, anche se ammetto il suo non mettere limiti è un limite grande. Vorrei spingerla oltre la soglia, ma lei si ostina a non volerla tracciare. È pronta a tutto con me, ma io non sono pronto a tutto solo per darle una lezione.

Una persona responsabile vuole sapere fin dove si può spingere, almeno a grandi linee. Altrimenti, è costretta a giocare con i piedi di piombo o a non farlo affatto.

Il finale di “Nel buio ti vedo”

Chiudo l’articolo con uno spoiler, come spero sia chiaro dal titolo. Se non hai letto il libro, ci salutiamo qui: spero tornerai per leggere le mie opinioni sul finale.

Fino al secondo turning point, verso i tre quarti del libro, ci sono due MrDark papabili: Mattia e Valerio. Queste sono le loro descrizioni.

Mattia:

Non è neanche brutto, certo, i biondi non sono mai stati il mio stereotipo, ma il suo visino pulito riesce a dare un senso anche a quelli.

Valerio:

Qui, davanti a queste due figure rigide in una perfetta e impeccabile uniforme di servizio mi sento un piccolo moscerino. […] Mi sforzo di guardare le due montagne di carne per presentarmi…

Il primo è detto l’infermierino ed è un collega di Alice, dall’aspetto tutto sommato innocuo. Ciononostante, nel corso del libro fa delle affermazioni che lasciano intravedere un lato oscuro. Valerio, invece, è un militare che frequenta il centro in cui lavora Alice e con il quale lei collabora. Nonostante abbia il “physique du rôle” da master, si mostra sempre tranquillo e pacato.

Considerato il tema alla base del romanzo e quello che sappiamo del primo incontro tra MrDark e Alice, Mattia sarebbe stato la scelta migliore. Il ragazzo non ha per nulla l’aria del sadico e vede abitualmente Alice, anche se i due non si frequentano fuori dall’orario di lavoro. Inoltre è quanto di più diverso ci possa essere da Alex, l’amico di MrDark che Alice incontra a metà libro e che, nella sua immaginazione, dovrebbe assomigliare al suo master misterioso.

Neanche a dirlo, il vero MrDark è Valerio. Secondo me, l’autrice l’ha scelto solo perché Mattia iniziava ad essere una scelta troppo ovvia.

Per come viene descritto Valerio, nessuno darebbe per scontato che sia un sub come ha fatto invece Alice. Esistono tantissimi sub alti e fisicati; quando però vedi una montagna d’uomo a un munch, anche se vestito alla cazzo di cane, dai quasi sempre per scontato che giochi da dom. Mattia, con il suo faccino pulito da bravo ragazzo, avrebbe potuto ingannare Alice molto più facilmente.

Da un certo punto di vista sono anche contenta, ti dico la verità: in un certi punti, Mattia è così insistente da sfiorare l’abusivo. A mio parere, però, sarebbe stato meglio se Valerio avesse avuto un aspetto meno imponente e un po’ più ambiguo.

In compenso, il finale risolve la questione della mancanza di limiti di Alice. Il libro si chiude con Valerio che regala un collare ad Alice dopo – finalmente! – la prima vera negoziazione che si vede nel libro. Con questi due gesti i due formalizzano l’intenzione di portare avanti un percorso insieme, come un vero master e una vera slave.

Direi che è una buona chiusura.


1 Come avevo fatto nella prima stesura dell’articolo.

2 Cosa sulla quale molti non concordano, ci tengo a precisarlo. Secondo alcuni, il vero rapporto Master-Slave non è semplicemente un rapporto stabile di dominazione e sottomissione, ma soprattutto un rapporto 24/7 che permea tutti gli aspetti della vita. Io ho già preso una laurea in “Litigare sul Sesso degli Angeli”, AKA Filosofia, quindi non ho intenzione di litigare anche su questa cosa. Pensate quel che vi pare.

3 Descrizione fatta pensando ad almeno un paio di dom sadicissimi realmente esistenti.

4 Da un master serio, si intende.

L'articolo Com’è fatto un master BDSM? Ce lo spiega Lara Esse proviene da Cleis Ende.

]]>
Come funziona un corso di bondage? Mi devo spaventare? https://www.cleisende.it/corso-bondage-consigli/ Mon, 02 Nov 2020 09:00:00 +0000 https://www.cleisende.it/?p=781 Un corso di bondage è un must per chiunque voglia legare il partner con le corde. “No corso, no party” come diceva una vecchia pubblicità....

L'articolo Come funziona un corso di bondage? Mi devo spaventare? proviene da Cleis Ende.

]]>
Un corso di bondage è un must per chiunque voglia legare il partner con le corde. “No corso, no party” come diceva una vecchia pubblicità. O forse non era così.

Nell’articolo sul BDSM soft, ho citato la questione del bondage con le corde. Le corde sono uno strumento meraviglioso, ma possono causare anche un sacco di casini. Nonostante alcuni siti le indichino come qualcosa di innocuo, richiedono un minimo di manualità e tecnica.

Se l’unica cosa che ti interessa è fare un paio di manette, un tutorial fatto da una persona seria basta. In quel caso, ti consiglio però di comprarti un paio di polsiere imbottite e morta lì. Se invece vuoi imparare i segreti del rope bondage, meglio se inizi a cercare il corso di bondage più vicino a casa.

Perché?

A cosa serve un corso di bondage?

Quando pratichi bondage con le corde, ci sono un sacco di cose che possono andare malissimo.

  • Blocco della circolazione sanguigna. La legatura si stringe stroppo e il sangue non circola più. Nei casi peggiori, di’ ciao ciao alla mano o al piede (a onor del vero, fermarsi per tempo è abbastanza facile. In teoria).
  • Compressione di un nervo. Le corde sono sottili, quindi la pressione si concentra su una superficie limitata ed è più forte. Se posizioni la corda male, puoi quindi premere con forza sui nervi che passano più vicini alla superficie e lesionarli.
  • Lesioni varie. Questo vale anche per altri tipi di bondage, a onor del vero. Movimenti bruschi e posizioni sbagliate aumentano il rischio che la persona legata si faccia male.
  • Asfissia posturale. Se leghi il partner in una posizione nel quale non respira bene, potrebbe soffocare. Oibò.

Un corso di bondage ti insegna come evitare tutte queste belle cose, il che non è male. In più, ti insegna come legare il partner in modo piacevole.

Posso imparare a legare online?

Prima di impacchettare il partner come un salame, è meglio che ti informi a dovere. Spero che sia chiaro. Dato che io stessa ho il braccino corto, posso leggerti nel pensiero la seconda domanda: i tutorial online (gratis) bastano? Per una manetta, sicuro. Sempre che siano fatti da gente seria come i tutorial di La Quarta Corda.

Per appendere la gente al soffitto? Neanche per il cazzo.

Quando si parla di giocare con la vita di una persona, è auspicabile rivolgersi a qualcuno di competente. Qualcuno che abbia dedicato e dedichi tanto tempo all’arte del bondage giapponese, magari facendo perfino viaggi in Giappone per imparare. Qualcuno che ti spieghi dove sbagli e ti faccia vedere come correggere gli errori che fai.

Qualcuno che abbia fatto del kinbaku un lavoro, insomma. E, l’ultima volta che ho controllato, il lavoro si paga.

Inizia a vagliare le scuole di bondage della tua zona e scegli quella con il CV migliore. Chiedi informazioni, iscriviti e segui i consigli nei prossimi paragrafi. Ah, c’è una pandemia in corso, dici? Quello potrebbe essere un problema.

Dato il periodo del cavolo che stiamo vivendo, i corsi online in livestream tenuti da scuole serie sono un buon compromesso. Sottolineo in livestream per una ragione ben precisa: consentono di interagire con l’insegnante in caso di dubbi, avvicinandosi il più possibile a quelli dal vivo. Non sono la stessa cosa, ma meglio di un calcio nel sedere.

Posso partecipare anche da solo?

Il bondage si pratica in due o più. In compenso, puoi partecipare a un corso di bondage anche da solo, a patto di avvertire prima. Le scuole che conosco mettono in contatto l’allievo con un aspirante “bunny”, ovvero una persona disposta a farsi legare durante il corso. In questo modo possono partecipare anche i single.

Ovviamente, l’allievo non si deve azzardare a mettere le mani addosso al bunny, se non nei modi previsti dal corso. Niente toccatine moleste, niente allusioni sessuali, niente libertà eccessive. Se partecipando al corso di bondage sviluppi una simpatia ricambiata per il bunny, siete liberissimi di scambiarvi il numero e uscire insieme. Altrimenti, giù le mani.

Il problema dei single è l’esercizio, in realtà. Una volta finito il corso, per acquisire la tecnica bisogna ripetere gli stessi movimenti il più possibile. Solo così si diventa davvero fluenti nei movimenti. Funziona un po’ come nelle arti marziali. Per ovviare anche a questo problema, sono nati degli eventi specifici.

Rope jam e training sessions

Quando non c’è una pandemia in corso, alcune scuole di bondage organizzano incontri settimanali per esercitarsi. Gli incontri prevedono un piccolo contributo economico, sia per chi lega sia per chi si fa legare, e sono rivolti a tutti.

Le sessioni di training non sono corsi frontali veri e propri. In caso di dubbi, però, puoi sempre chiedere consiglio ai docenti o ai rigger più esperti. I bunny non ti cascheranno tra le braccia da soli, ma l’ambiente è abbastanza rilassato: sii educato e difficilmente avrai problemi per trovare una “cavia”.

Vale la pena precisare che queste sessioni non sono play party, quindi vale quanto detto per i bunny che si mettono a disposizione durante i corsi.

Neanche le rope jam sono play party, anche se il carattere didattico è un po’ meno marcato. Si tratta di eventi più grandi delle training sessions, duranti i quali si mangia, si parla di bondage e ovviamente si lega. Sono anch’esse ottime occasioni per fare conoscenza e per esercitarti, anche se non avrai docenti che girano per correggerti e sono meno frequenti. Anche in questo caso, l’ingresso è subordinato a un piccolo contributo.

Cosa mi serve per partecipare al corso?

Per partecipare al corso hai bisogno di questo abbigliamento:

  • calze (negli spazi dedicati si gira senza scarpe);
  • pantaloni comodi e non troppo larghi;
  • magliette comode e non troppo larghe;
  • reggiseno senza ferretti.

Non si sta nudi durante le lezioni: non è un play party. La parola d’ordine è comunque comodità, quindi serve un abbigliamento che non dia fastidio con le corde e che faciliti le legature.

Per quanto riguarda il materiale da usare durante il corso, invece, ti servono:

  • 6 corde lunghe 8 metri e con un diametro di 5-6 millimetri, realizzate in canapa (lavorata) o iuta. Nel dubbio, puoi comprare i set direttamente dalla scuola o in negozi online convenzionati;
  • un paio di forbici di sicurezza, come quelle che si trovano nelle cassette del pronto soccorso;
  • una coperta.

Un consiglio personale: se hai intenzione di legare un uomo o una donna molto alta, prendi un set da 10 metri.

Devo aspettarmi cose zozze?

Niente cose zozze durante il corso di bondage, tranquillo. Si tratta di un corso, quindi il taglio è didattico e professionale. Il professore spiega la teoria dietro una certa legatura, fa vedere come si fa e solo dopo gli allievi provano a propria volta. Durante la pratica, il docente passa da tutti gli allievi e controlla come sta andando.

No, non è particolarmente sexy.

La mia esperienza

Anche se non lego da una vita, ho un’ottima opinione dell’arte del bondage con le corde e ho anche imparato qualcosa.

Ho partecipato a qualche corso in qualità di bunny. Non ho mai avuto problemi con gli allievi che mi hanno legata, che sono stati sia uomini sia donne. La cosa divertente è che ho imparato qualcosa anche in questa veste, anche se partecipare da bunny non è paragonabile a seguire un corso da rigger.

A inizio 2017, ho seguito il corso base intensivo di Rope Tales in veste di rigger. Il mio bunny era Mela, il mio allora neo fidanzato e attuale compagno. Il corso è stato interessante e con tanto di video per ripassare a casa, dato che non si possono fare foto o video durante le lezioni.

Ho riscontrato solo due problemi:

  • Mela è troppo alto per farmi da bunny, dato che io sono alta meno di un metro e sessanta e lui più di un metro e ottanta;
  • imparare a legare bene richiede davvero tanto esercizio, motivo per cui ho dovuto mettere da parte tutto.

Per il momento, almeno.

L'articolo Come funziona un corso di bondage? Mi devo spaventare? proviene da Cleis Ende.

]]>
Sculacciate erotiche: il godimento è a portata di mano https://www.cleisende.it/sculacciate-erotiche/ Sun, 24 May 2020 08:00:49 +0000 https://www.cleisende.it/?p=633 Le sculacciate erotiche o spanking sono comuni sia nel BDSM sia nel sesso vanilla. Perché amiamo essere sculacciati e come renderlo ancora più piacevole? Quando...

L'articolo Sculacciate erotiche: il godimento è a portata di mano proviene da Cleis Ende.

]]>
Le sculacciate erotiche o spanking sono comuni sia nel BDSM sia nel sesso vanilla. Perché amiamo essere sculacciati e come renderlo ancora più piacevole?

Quando si pensa al BDSM, la prima pratica che viene in mente è la sculacciata. Credo che sia l’unica pratica “strana” che non ho mai avuto bisogno di spiegare. Lo spanking è infatti una forma di soft BDSM così diffusa che anche chi non sa niente di sesso estremo la conosce. Forse perché perfino persone che si professano vanilla ammettono di amare una sculacciata ogni tanto.

Certo, coloro che trasformano un colpetto sul sedere in vera propria arte erotica sono poche. Quelle che si armano di flogger e paddle per migliorare l’esperienza – e renderla molto meno soft – sono anche di meno. Ciò non toglie che quasi tutti abbiano incontrato sulla propria strada almeno un amante della sculacciata. Com’è possibile e come trasformare una punizione corporale in un’esperienza estatica?

Cosa sono le sculacciate erotiche

Nonostante alcune ovvie somiglianze, le sculacciate sexy sono profondamente diverse da quelle punitive. In primo luogo, cambia lo scopo: da una parte abbiamo uno strumento erotico, dall’altra un modo per fare male o umiliare. Questo cambia il modo stesso di dare la sculacciata, il modo di riceverla e le sensazioni che ne derivano.

Le sculacciate erotiche non mirano al dolore in sé, quanto al piacere che può derivare da esso. Ciò significa che non puoi metterti a sculacciare il partner senza criterio, il più forte possibile. Devi comunque muoverti su quella linea sottile che corre tra dolore e piacere, anche grazie alle tecniche che vedremo dopo. Già solo comprendere questa cosa renderà le tue sculacciate molto più sexy e piacevoli.

Oltre al modo di dare le sculacciate, conta anche il contesto. Sarà ridondante, ma le sculacciate erotiche per essere tali devono rientrare in un contesto erotico. Anche se usi la stessa forza sulla stessa persona, sculacciare durante il sesso o in un momento qualsiasi della giornata darà sensazioni diverse. L’eccitazione sessuale è la vera discriminante tra gioco hot e punizione corporale. Perché?

Mi piace essere sculacciata / o: sono normale?

Spanking nel film "Secretary"Quando siamo eccitanti, le nostre percezioni sensoriali cambiano. In questi momenti, anche la soglia del dolore si alza, il che ci permette di sopportare sensazioni molto più forti del normale. Ecco perché ricevere una sculacciata quando sei eccitato è diverso che farlo “a freddo”. Al di là di questo, lo spanking sfrutta una serie di peculiarità dell’area.

I glutei sono una zona erogena. È normale: si trovano a un passo dai genitali e sono un ammasso di muscoli, sangue e grasso. Ecco perché maneggiarli aumenta l’eccitazione: il corpo interpreta gli stimoli come piacere, anche quando sono in parte dolorosi. In più, le sculacciate stimolano la circolazione dell’area e aumentano l’afflusso di sangue nei genitali.

Tutto questo per dire che sì, è normale che ti piaccia farti sculacciare.

Per gradire una buona sculacciata sexy non devi essere per forza – molto – masochista. Ti basta essere un pizzico avventuroso, quel tanto che basta per non farti vincere dalla paura del dolore e rimanere eccitato. Colpo dopo colpo, infatti, il dolore si fa sempre più sopportabile. Alla fine rimane questo languore erotico, che arriva in zone che non sono state neanche toccate. Sempre che le cose siano state fatte per bene.

Come sculacciare una donna (o un uomo)

Le sculacciate erotiche sono eccitanti e piacevoli. Se fatte nel modo giusto. Altrimenti sono solo sculacciate, senza “erotiche”. Per quanto i nostri glutei siano programmati per il piacere, colpirli in maniera indiscriminata rimane controproducente. Se vuoi che il partner vada in estasi sotto i tuoi colpi, devi seguire alcune regole.

Ecco come sculacciare una donna nel modo giusto. Attenzione: nulla ti vieta di usare queste tecniche anche su un uomo.

  • Crea l’atmosfera. Come detto, una sculacciata è sexy quando entrambe le persone coinvolte sono eccitate. Prima di cominciare, crea il mood giusto: abbassa le luci, sgrida il partner perché è stato molto “cattivo”. Digli quanto ti divertirai a sculacciarlo, magari fai una bella descrizione del suo sedere rosso e caldo. Insomma, usa la fantasia e crea un po’ di attesa.
  • Idrata la pelle. La pelle secca si rompe e si segna con più facilità. Il sub può provvedere all’idratazione da solo o puoi usarlo come preliminare per lo spanking.
  • Riscalda l’area. Non siamo fatti tutti nello stesso modo: ad alcune persone piace il dolore intenso e improvviso. Detto questo, in gran parte dei casi partire subito con sculacciate forti ammazza l’atmosfera. Il dolore vince sull’eccitazione e bisogna riprendere da capo. Piuttosto, riscalda l’area con colpetti piccoli e controllati.
  • Colpisci dove c’è il muscolo. Evita la zona dell’osso sacro e i colpi laterali. Concentrati sulle zone più carnose, compreso il retro delle cosce.
  • Aumenta l’intensità. Aumenta l’intensità dei colpi pian piano, fin dove è sopportabile per il partner. Non c’è uno standard universale: devi regolarti in base alla persona che stai sculacciando e alla situazione. Se volete giusto aggiungere un po’ di pepe al sesso, ad esempio, tieniti morbido.
  • Usa il semaforo. Se tu e il partner volete sperimentare una vera e propria seduta di spanking, concordate una “pre-safeword”. Chiedigli di avvertirti quando pensa di essere arrivato quasi al limite. In questo modo sai fin dove puoi arrivare senza che chiami la safeword e blocchi il gioco.
    Esempio. Se la safeword tradizionale è “rosso”, usate anche “giallo”. “Giallo” serve quando i colpi fanno male ma sono sopportabili, anche se proprio sul limite. “Rosso”, invece, serve per bloccare il gioco e basta.
  • Aiutati con degli strumenti. La pelle delle mani è sottile: dopo mezz’ora di sculacciate, rischi di essere ridotto peggio del tuo sottomesso. Onde evitare questo, usa le mani solo all’inizio e aiutati con degli strumenti per lo spanking.

Strumenti per lo spanking

I glutei sono molto più robusti delle mani, ecco perché esistono degli strumenti appositi per lo spanking. In più, usare un aiutino esterno amplia il ventaglio delle sensazioni e rende l’esperienza più piacevole.

Cosa dovresti usare? La scelta dello sculacciatore dipende dal dolore che vuoi infliggere e dalla sopportazione del sottomesso. Di solito, durante un’unica seduta di spanking si usano più strumenti, sempre più cattivi. La lista che segue va in ordine di “cattiveria” dello strumento, a partire dai flogger di riscaldamento fino a nerbi. Non è però una verità universale.

Ci sono persone che sopportano benissimo un nerbo e altre che soffrono in maniera atroce per un flogger.

Flogger o flagellatori

Flogger per il BDSMTecnicamente i flogger sono flagellatori, non sculacciatori. Ad ogni modo, sono strumenti ottimi per riscaldare i glutei del partner o anche da usare da soli. Sono strumenti di fustigazione dotati di più code morbide, che possono essere di pelle o di silicone. Tu lo reggi per il manico rigido e colpisci i glutei del partner con la punta delle code.

La cattiveria dei flogger dipende da quanto le code sono pensati e rigide. Se un flogger è in pelle morbida e leggera, i colpi sono poco più di una languida carezza. Se le code sono in cuoio a taglio quadro, la musica cambia parecchio.

Paddle

Paddle per il BDSMI paddle sono delle racchette in cuoio o legno da usare per sculacciare. Distribuiscono il colpo su una superficie ampia, il che lo rende più facile da sopportare. In teoria. In pratica, dipende da quanto bene hai riscaldato il partner e dal tipo di paddle. I paddle in cuoio sono elastici e assorbono parte del colpo. I paddle in legno duro – quello di noce, ad esempio, sono rigidi e riversano quindi tutta la forza sulla natica.

Quando usi un paddle dosa bene la forza dei colpi e cambia spesso punto. A furia di concentrarti su una sola zona, rischi di danneggiare i tessuti e far perdere loro sensibilità. Il fenomeno si chiama leatherbutt e passa in qualche giorno, di solito.

Frustini e nerbi

Frustino per il BDSMPer i più coraggiosi, le sculacciate erotiche possono essere il preludio a qualcosa di molto più estremo. I frustini e i nerbi rientrano in un altra pratica, la fustigazione, ma vale la pena buttarci un occhio. In questo caso, utilizzi un bastone semirigido per martirizzare il sedere del sottomesso. I nerbi, in particolare, sono solo per i sottomessi più masochisti e i master più esperti.

I nerbi sono costituiti da un pene di toro essiccato e arrotolato su se stesso. Essendo sottili, concentrano la forza del colpo su una superficie ridotta. Essendo lunghi e leggeri, possono sferrare colpi brucianti ad alta velocità.

L'articolo Sculacciate erotiche: il godimento è a portata di mano proviene da Cleis Ende.

]]>
Com’è fatto contratto di schiavitù? Ha valore legale? https://www.cleisende.it/contratto-di-schiavitu/ Sun, 17 May 2020 16:27:27 +0000 https://www.cleisende.it/?p=637 Il “contratto di schiavitù” è uno dei capisaldi della letteratura erotica di stampo sadomaso, non c’è dubbio. Esiste anche fuori dalle pagine dei libri? Una...

L'articolo Com’è fatto contratto di schiavitù? Ha valore legale? proviene da Cleis Ende.

]]>
Il “contratto di schiavitù” è uno dei capisaldi della letteratura erotica di stampo sadomaso, non c’è dubbio. Esiste anche fuori dalle pagine dei libri?

Una delle scene chiave di “Cinquanta Sfumature di Grigio” è la scena del contratto. In sostanza, i due si trovano per discutere della fattibilità di alcune pratiche BDSM, elencate appunto in un documento che Christian ha fatto avere ad Anastasia.

A me la scena ha fatto venire l’orticaria. Ciononostante, sarebbe stupido negare l’impatto erotico che ha avuto su migliaia di persone. Sorge quindi spontanea una domanda: i contratti di schiavitù esistono davvero? Come sono fatti?

No contratto, no BDSM?

Chiariamo subito una cosa: per fare BDSM, non hai bisogno di un contratto. Quale che sia il tipo di rapporto tra te e il partner sottomesso/dominante, non hai bisogno di firmare alcun pezzo di carta. Parliamo di giochi erotici, in fondo: tu ti senti in dovere di stilare un contratto ogni volta che scopi con qualcuno di nuovo? No, immagino. Cosa ti fa pensare che nel BDSM sia diverso?

Se stai per rispondere “serve per tutelarmi”, ti aspetto al paragrafo sul valore legale del contratto.

In Italia, non ho mai incontrato nessuno che abbia firmato o fatto firmare un contratto di schiavitù. La pratica è diffusa soprattutto negli Stati Uniti, da quanto ne so, terra nella quale esiste un contratto per pressapoco qualsiasi cosa. Secondo la mia esperienza, in Italia ci preoccupiamo meno di certe formalità.

Quindi sottoscrivere un contratto tra dominante e sottomesso è una stronzata? No, però non è necessario. Se tu e il partner volete comunque stilare e firmare un contratto, fatelo. Potrebbe perfino avere i suoi vantaggi.

Cosa si scrive in un contratto di schiavitù?

I contratti sadomaso non sono una specialità nostrana, ma hanno un loro perché. Un contratto BDSM è infatti una forma di negoziazione scritta.

Nello stilarlo, le due parti mettono in chiaro:

  • cosa si aspettano dalla relazione;
  • hard limit (pratiche che non faranno né ora né mai);
  • soft limit (pratiche che non amano ma sono disposte a fare);
  • problemi fisici e/o psicologici di cui tenere conto;
  • safeword.

La negoziazione serve a definire tutte queste cose, appunto. Di solito, si svolge sotto forma di chiacchierata al bar o online, in una o più volte. È anche vero che:

  1. parlare di certe cose è più imbarazzante che farle, per alcune persone;
  2. quando si chiacchiera è facile dimenticare qualcosa. Quando è tutto nero su bianco, invece, è più facile accorgerti se c’è qualcosa che non hai capito o che vorresti aggiungere.

Indi per cui, sottoscrivere un contratto tra dominatore e sottomesso può essere utile per chi è agli inizi. Inoltre, può diventare una sorta di gioco erotico tra te e la controparte, specie se siete amanti dei giochi di ruolo e vi piace creare scenari da film/libro erotico.

Se l’idea ti stuzzica, esistono perfino siti che vendono template di contratti BDSM di vario genere.

Il contratto tra dominante e sottomesso ha valore legale?

Negoziazione scritta e/o gioco erotico: il contratto di schiavitù è solo questo e non ha valore legale. Se speri di costringere il partner ad obbedire ciecamente perché ha firmato un contratto, puoi anche attaccarti al tram. Non esiste documento legale che strappi alla persona:

  • libertà;
  • diritto di ritirare il consenso in qualunque momento;
  • diritto alla salute.

Neanche un contratto sadomaso di schiavitù.

Come già spiegato nell’articolo sull’SSC, il consenso è alla base del BDSM e del sesso in generale. Tutte le parti in gioco devono aver dato l’assenso a ciò che accadrà e, soprattutto, possono ritirarlo in qualsiasi momento. Se costringi il sottomesso a qualcosa che non vuole fare “perché lo dice il contratto”, questo ti potrà – giustamente – denunciare: non c’è pezzo di carta che tenga.

Al più, un contratto di schiavitù dimostra che le due parti erano d’accordo al momento della sua sottoscrizione1. Non è un via libera per fare come ti pare, senza curarti della salute fisica e mentale del sottomesso. Soprattutto, il contratto non dimostra che il consenso sia perdurato lungo tutta la pratica.

Bonus: perché la scena del contratto in 50 Sfumature mi fa venire l’orticaria

Chiudo con una piccola nota personale sulla famosa scena di “Cinquanta Sfumature”. Pur avendo un certo potenziale erotico, la scena non mi piace per niente. Perché?

Premetto che i due protagonisti mi stanno entrambi sulle scatole: lui è uno stalker; lei è una bietola. La loro storia d’amore si basa sul “perché sì”, anche se non hanno niente in comune né sul piano emotivo né su quello sessuale. Questa seconda cosa emerge bene nella celeberrima scena del contratto.

Che sia chiaro: non c’è niente di male nel rifiutare le pratiche che non piacciono, anzi. I membri di una coppia BDSM devono essere capaci di aprirsi l’un l’altro, dicendo chiaro e tondo cosa sono disposti a fare e cosa no. Mentire in fase di negoziazione, magari per lamentarsi dopo, non serve a nessuno dei due. Detto questo, io avrei mandato Anastasia affanculo dopo trenta secondi netti di conversazione.

Lungo tutta la negoziazione, Anastasia tira fuori un buon numero di espressioni accigliate e risolini. Fa depennare gran parte delle pratiche senza nemmeno chiedere chiarimenti, spiegazioni, rassicurazioni. In poche parole, Anastasia non vuole praticare BDSM – non il BDSM di Christian, quanto meno – e non si capisce perché sia lì, insieme a un uomo che ha fantasie che lei palesemente disprezza.

La negoziazione dovrebbe servire anche a capire se vuoi avere a che fare con quella persona. Se inizi a depennare tutto quello che piace all’altro, forse dovresti chiederti se sia il caso di andare avanti. Per il tuo bene e per il bene dell’altro.


1 In casi come quello di Francesco Bellomo e delle sue studentesse, anche quello sarebbe tutto da vedere.

L'articolo Com’è fatto contratto di schiavitù? Ha valore legale? proviene da Cleis Ende.

]]>
BDSM e amore: un’accoppiata (im)possibile? https://www.cleisende.it/bdsm-amore/ Sun, 26 Apr 2020 17:09:19 +0000 https://www.cleisende.it/?p=619 Ebbene sì, BDSM e amore possono andare a braccetto. Anzi, uno schiaffo può essere un segno di rispetto, purché dato secondo logiche di CONSENSO e...

L'articolo BDSM e amore: un’accoppiata (im)possibile? proviene da Cleis Ende.

]]>
Ebbene sì, BDSM e amore possono andare a braccetto. Anzi, uno schiaffo può essere un segno di rispetto, purché dato secondo logiche di CONSENSO e sicurezza

Premessa necessaria, dato che spesso la gente legge quello che vuole: non sto parlando di violenza domestica, ovviamente. In questo blog tratto solo di pratiche tra persone adulte, consenzienti e in grado di intendere. I “master” o le “mistress” che maltrattano il partner senza rispettare le banali norme dell’SSC sono da galera.

Detto questo, passiamo al nocciolo della questione: si può praticare BDSM in amore? È davvero possibile umiliare o fare male a un partner di cui sei innamorato? Secondo me, sì.

Ti rispetto troppo per…

Questo è l’articolo delle premesse, dato che mi accingo a farne un’altra.

Non ce l’ho con gli uomini1 che non amano il BDSM. Davvero, ragazzo, scopa / fai cose come ti pare: non mi importa. Evita però di puntare il dito con la classica frasetta del cavolo: “non alzerei mai le mani sulla partner, nemmeno se me lo chiedesse lei”, di solito detta con una certa puzza sotto il naso.

Questa espressione mi fa venire l’orticaria per due motivi:

  • non alzare le mani su una partner non consenziente dovrebbe essere un’ovvietà, non una cosa di cui vantarti;
  • se la partner ti chiede di schiaffeggiarla e tu fai quello moralmente superiore, che non farebbe mai una cosa del genere, cosa stai dicendo di lei? Non cose belle, temo.

Sorvoliamo sul primo punto, che potrebbe essere frutto di una mia verve un po’ troppo polemica. Credo che il secondo punto sia quello che mi dà davvero fastidio: quando ti vanti che non faresti mai “certe cose”, stai nemmeno tanto implicitamente giudicando chi le fa. E, sorpresona, in una coppia può diventare una forma di violenza psicologica.

Se te lo chiedo, ci sarà un motivo

Tutti abbiamo rituali sessuali cui non possiamo rinunciare, pratiche che troviamo indispensabili, gesti che ci accendono come cerini. Di solito non siamo noi a sceglierli, ma sono frutto di esperienze e stimoli accumulatisi negli anni. Il più delle volte sono comuni e socialmente accettabili. Di tanto in tanto sono un po’ più strani.

Dare per scontato che il partner ti stia chiedendo di schiaffeggiarlo (o frustarlo o legarlo) per un capriccio, trattare la cosa con sufficienza, è una mancanza di rispetto bella e buona. Nel migliore dei casi, gli stai dicendo che è scemo; nel peggiore, gli stai dando del pervertito. Non mi paiono buoni presupposti per una relazione.

Ora, ci sta che tu non sia un amante del BDSM, specie se il partner ti chiede di giocare da sub e non da dom. Sappi però che non potrete mai ignorare la questione, perché neanche l’amore riesce a “guarirti” da certe tendenze. Te lo dice una che ci è passata. Il meno che puoi fare è non trattare da imbecille una persona che si è aperta con te, liquidando il tuo con un “io queste cose non le faccio nemmeno se me lo chiedono”.

Non voler praticare sadomaso è sacrosanto; umiliare (in modo non SSC) una persona perché vuole provare è da stronzo.

Sì, ho il dente avvelenato sulla questione.

E adesso passiamo al nocciolo dell’articolo.

Il BDSM contraddice l’amore?

Coppia sdraiata a terraMentre facevo ricerca sul tema BDSM e amore, mi sono imbattuta in articoli che mi hanno fatto venire il latte alle ginocchia. In generale, molti fanno fatica a capire come sia possibile umiliare o maltrattare una persona che ami.

Non solo il BDSM non contraddice l’amore, ma ha tre presupposti propri delle coppie davvero riuscite.

  1. Confidenza. Una delle cose più belle del mio rapporto con Mela sono le gare di rutti2. Questo perché amiamo entrambi la birra e perché ci amiamo con tutte le nostre imperfezioni. E perché siamo senza vergogna. Nel BDSM capita una cosa del genere (al netto dei rutti): il tuo partner ti accetta a 360°, anche quando gli mostri il tuo lato più “sporco” e meno socialmente accettabile.
  2. Sincerità. La mancanza di sincerità in una coppia è l’autostrada per il disastro: quando fingi di essere qualcun altro, presto o tardi crolli. Non puoi passare la vita a fingere di amare il mare per fare contento il partner surfista, per dire. Quando pratichi BDSM, impari in fretta a dire la verità su quelli che ti piace e che non ti piace.
  3. Fiducia. Quando ti fai legare o umiliare, ti stai per forza fidando del partner: gli stai mettendo la tua vita in mano. Quando parlo di fiducia, però, intendo anche qualcosa di più basilare: la fiducia che riponi nel partner quando gli sveli le tue “perversioni”.

A proposito, clicca sull’immagine per leggerlo su Amazon!

Approfondiamo il terzo punto. Ammettere di avere dei gusti “strani” a letto non è facile, specie se sei già in una relazione consolidata. Vivi con la paura di essere rifiutato, di essere additato come “diverso”. Ecco perché ammettere di voler praticare BDSM è un atto di fiducia: confidi che l’altro non ti tratterà come un mostro.

Ed ecco perché disprezzo con tutto il cuore chi tradisce questa fiducia, posizione che emerge anche nel mio racconto “Quello che facevi col tuo ex”, presente dentro “Femdom Power”.

Si può praticare BDSM per amore?

Anni fa andai a un play party un più grande e più “discotecaro” del Sadistique, la festa che frequento quando mi degno di uscire di casa. Mentre aspettavo il mio drink al bar, scambiai due parole con una signora sui quarant’anni, che era lì in compagnia del marito.

La donna mi disse una cosa che mi sconvolse: «Alla fin fine siamo tutte qui per farli contenti: sai come sono gli uomini.»

L’affermazione mi lasciò interdetta per un sacco di ragioni:

  • ero lì per fare contenta me stessa, prima di tutto;
  • la persona con cui ero alla festa non era il mio partner, quindi non avevo alcuna ragione per “farlo contento” a discapito delle mie chiappe;
  • mi chiesi per quanto tempo puoi fingere che ti piaccia farti fare il culo viola, prima di crollare.

Tutt’oggi mi chiedo se la donna stia ancora andando a feste che, sotto sotto, non le piacciono.

Morale della favola: fare BDSM per amore e basta è un’enorme stronzata.

Ci sono persone che non tollerano neanche i giochi di dominazione e sottomissione più soft, né da dominanti né da sottomessi. C’è chi non sopporta di vedere il partner piangere, anche se sa che è l’anticamera di un orgasmo. E ovviamente c’è chi trema anche solo all’idea di farsi pinzare i capezzoli, o si fa prendere da un attacco di panico appena lo leghi al letto. Sono anche quelle reazioni normali che vanno rispettate.

Abbiamo tutti diritto a una sessualità appagante e libera. Per persone come me, questo significa avere accanto una persona che mi sculaccia o che si fa maltrattare. Sarebbe però stupido fare finta che questo valga per tutti: gran parte delle persone desidera solo del buon sesso vaniglia e va bene così.

Così come è sbagliato umiliare un partner perché vuole praticare BDSM, è altrettanto sbagliato umiliare un partner perché non lo vuole fare.


1 O le donne, eh. Continuerò a usare il maschile per comodità.

2 Sexy, vero?

L'articolo BDSM e amore: un’accoppiata (im)possibile? proviene da Cleis Ende.

]]>
Come si introduce il BDSM nella coppia? https://www.cleisende.it/introdurre-bdsm-coppia/ Mon, 06 Apr 2020 16:29:14 +0000 https://www.cleisende.it/?p=568 Come si annuncia al partner che la vaniglia non ti basta più? Insomma, come introduci il tema del BDSM nella coppia, possibilmente senza farla scoppiare?...

L'articolo Come si introduce il BDSM nella coppia? proviene da Cleis Ende.

]]>
Come si annuncia al partner che la vaniglia non ti basta più? Insomma, come introduci il tema del BDSM nella coppia, possibilmente senza farla scoppiare?

Non ho mai avuto un partner stabile che avesse praticato BDSM prima di conoscermi. L’Ex Storico è sempre stato restio a qualsiasi forma di sessualità alternativa, almeno mentre stava con me. Dopo ci sono stati un paio di partner un po’ meno vaniglia, ma comunque poco attratti dal BDSM. Infine è arrivato Mela di Cromagnon, che si è lasciato pervertire da me.

Uno su quattro, quindi. Sarò qualificata per scrivere questo articolo? Mi sa proprio di no.

Farò comunque del mio meglio, te lo prometto.

Piccola premessa necessaria

Prima di passare alla ciccia dell’articolo (che parte dal prossimo paragrafo, nel caso volessi andare subito al punto), devo chiarire una cosa.

Il mio lavoro è scrivere roba su internet, cercare parole chiave, impostare piani editoriali. Sono quella che si definisce una “SEO copywriter”, detta anche “quella che cerca di capire cosa c’ha Google in testa”. Pratico BDSM, scrivo racconti erotici a tema e ho vissuto certe situazioni, motivo per cui sono più che felice di dare consigli a chi passa per questo blog.

Non sono una sessuologa né tanto meno una psicologa1.

Se vivi male la tua sessualità, contatta uno specialista: non c’è niente di male. Personalmente ti consiglio Anna Castagna, consulente A.I.S.P.A. molto preparata anche sul BDSM. La conosco ormai da qualche anno ed è una cara amica. Se invece vuoi approfondire il lato più tecnico del BDSM, ti rimando al celebre Ayzad, che tra le tante cose si propone anche come mentore per singoli e coppie. Sì, è anche lui un amico.

Quando uno dei due pratica già BDSM

Incontriamoci a San Valentino su AmazonQuando ho iniziato a frequentarlo, Mela era una persona pura e ca― Okay, non è credibile: riformulo. Mela non aveva mai praticato BDSM, ma aveva già ampiamente dimostrato di essere uno zozzone come me. Io avevo fin da subito chiarito di star cercando una persona con la quale praticare e lui – indovina un po’ – si era già dimostrato aperto alla cosa.

Certo, poi a parole sono tutti buoni: come siamo passati ai fatti?

  • Mi sono aperta, spiegando quali erano le mie fantasie e chiedendogli cosa ne pensasse.
  • L’ho rassicurato e gli ho detto che non era costretto a fare niente.
  • Ho risposto alle sue domande e ai suoi dubbi.
  • Abbiamo cominciato a sperimentare, in modo da trovare un equilibrio.
  • Gli ho fatto conoscere i miei amici del giro – non tantissimi, lo ammetto.
  • L’ho portato a fare un corso di kinbaku insieme a me e abbiamo partecipato a un po’ di munch.

Nel giro di qualche tempo, Mela ha trovato una propria dimensione all’interno del mondo BDSM e ha scoperto cosa piaceva a LUI, oltre che a me. Adesso siamo una felice coppia di zozzoni.

L’idea dei “conversos del BDSM” mi piace così tanto che ci ho scritto un racconto lungo, “Incontriamoci a San Valentino”. Al di fuori della fiction, però, il processo non è proprio a prova di bomba.

Se il partner non è interessato all’ambiente, finirà inevitabilmente col rifiutare uno dei punti sopra. Nel mio caso, mi sono imbattuta in persone che non sono andate oltre la prima fase di dialogo. Altre si sono mostrate interessate all’inizio e si sono poi impallate quando hanno provato a fare qualcosa.

Quando il BDSM è una novità per la coppia

Coppia BDSM durante un festival

Foto di istolethetv scattata al Folsom Street East nel 2015

Qualche volta, entrambi i partner sono “vergini” dal lato del BDSM e decidono di entrare nell’ambiente insieme. Se tutto va bene, la decisione è condivisa ed è un’occasione per affrontare un viaggio meraviglioso insieme. Se la cosa interessa a solo uno dei due… facciamo che ne parlo nel prossimo paragrafo.

Ora, c’è un problema: se nessuno dei due ha mai praticato BDSM, è probabile che il loro unico mentore sia stato il porno. Il porno ha tantissimi meriti, ma non è propriamente uno strumento educativo (vedi l’articolo sul porno femminista per sapere come la penso). Quando va bene, i tentativi fallimentari di imitare il porno BDSM diventano buffe storie da raccontare in pronto soccorso. Quando va male, diventano articoli di cronaca sul giornale.

Ecco quindi i miei consigli per te e il partner, se non avete mai praticato.

  • Parlate di cos’è il BDSM per voi. Perché sai, si fa presto a dire: “mi piace il sadomaso”. Sì, ma quale sadomaso? Vuoi farti legare? Sogni di farti umiliare o di umiliare? Vorresti fare il culo del tuo partner a strisce? Sono tutte situazioni un pelo diverse tra loro, come accenno nell’articolo sul soft BDSM.
  • Non mentite. “Ma io non mento!” Non fare l’offeso e non mi far citare Dr. House. Non parlo di bugie dette con malizia, mi pare ovvio. Evita però di nascondere quello che ti piace veramente nella speranza di accontentare il partner. Se la sola idea di farti legare ti fa stare male, non dirgli che va bene. Perché, sappilo, queste bugie hanno le gambe cortissime.
  • Cercate delle guide sulle pratiche che vorreste sperimentare. Nell’articolo sull’SSC ho inserito anche un piccolo elenco di mentori del BDSM, diversi dei quali hanno un sito/blog. Se almeno uno dei due conosce l’inglese, consiglio anche il sito Kinkly. Per quanto riguarda i libri, invece, consiglio “Guida al Kink” di Taormino.
  • Partecipate a qualche evento BDSM nella zona. Non siete obbligati a fare niente, ma è un’occasione per vedere cosa fanno le persone nella realtà e fare qualche amicizia.
  • Seguite dei corsi insieme. Ci sono oceani di docenti di bondage giapponese, workshop organizzati in occasione dei party, eventi come l’Xplore… Una delle poche cose buone di FetLife è che offre un ricco panorama dei corsi più vicini a te. Penso che sia l’unica ragione per la quale lo consiglio. Quasi tutti i docenti propongono anche lezioni individuali, perfette se siete un po’ troppo timidi per gli eventi di gruppo (non che si facciano cose turche durante i corsi, che sia chiaro).

Sto frequentando una persona vaniglia: quando proporglielo?

Donna legataSe stai solo frequentando una persona e pratichi/vuoi praticare BDSM, il mio consiglio è non aspettare per tastare il terreno. Prima viene fuori il tuo animo kinky, meglio è per entrambi.

Ammetto che l’approccio potrebbe sembrare un po’ estremo, tant’è che ho amici che non concordano con me. Secondo me, però, è meglio scremare fin da subito chi non è proprio interessato a certe cose. Questo significa dover scartare persone per il resto eccezionali, che però non sono compatibili con te sul piano sessuale? Sì.

“Ma sì, ci sono cose più importanti del sesso.” “Posso vivere anche senza legare/farmi legare.” “Ma cosa sarà mai…” Poi ti ritrovi dopo quasi dieci anni con una vita sessuale che non ti soddisfa, legato (sposato, magari) a una persona che ti vede come un mezzo pervertito, diviso tra l’esasperazione e l’amore.

No grazie.

E ogni riferimento a cose, persone e fatti veramente esistenti NON è puramente casuale.


1 Anche se a volte mi capita di dover psicanalizzare certi clienti, per capire cosa cavolo vogliono. Quella però è un’altra storia.

L'articolo Come si introduce il BDSM nella coppia? proviene da Cleis Ende.

]]>
Come funziona un party BDSM e come entrare “nel giro” https://www.cleisende.it/bdsm-party/ Sun, 22 Mar 2020 19:42:00 +0000 https://www.cleisende.it/?p=99 Vorresti partecipare a un party BDSM ma hai paura di finire in mezzo a pazzi sadici assassini? Niente paura: siamo persone – quasi – normali...

L'articolo Come funziona un party BDSM e come entrare “nel giro” proviene da Cleis Ende.

]]>
Vorresti partecipare a un party BDSM ma hai paura di finire in mezzo a pazzi sadici assassini? Niente paura: siamo persone – quasi – normali

Metto subito le mani avanti: non sono una persona particolarmente festaiola. Il mio ideale di serata tra amici è una birretta artigianale nel mio locale preferito, magari accompagnata da un tagliere di salumi. Anche all’interno della comunità kinky milanese non sono proprio un pilastro: ho qualche conoscenza, ma non frequento i party BDSM con assiduità. Ciononostante, un paio di cose le ho imparate.

Il panorama BDSM italiano – la “Scena” – può fare un po’ paura a chi non l’ha mai calcato. In fondo si parla di ritrovi di pervertiti e di eventi che servono a prendersi a legnate. Chissà che gente ci gira! Chissà che cosa si trova là in mezzo! Insomma, un po’ di inquietudine è anche normale, almeno all’inizio.

In realtà hai ben poco di cui preoccuparti. Vediamo come conoscere gente nell’ambiente del BDSM in Italia e come funzionano i cosiddetti “play party”.

Munch e BDSM: un tranquillo aperitivo tra pervertiti

Munch (BDSM)Se sei proprio agli inizi inizi, forse un party BDSM non è il modo migliore per rompere il ghiaccio. Ecco perché sono nati i “munch”, ovvero degli aperitivi per appassionati di pratiche fetish e kink.

I munch nascono in Canada negli anni ‘80 e si diffondono negli Stati Uniti attorno agli anni ‘90. In Italia sono presenti da una decina di anni e si concentrano nelle grandi città. Milano, ad esempio, ne ha almeno tre che si tengono ogni mese da diversi anni. In più, ne stanno spuntando di nuovi in altre province della Lombardia.

Leggi “La vita di un altro”, una storia di amore e BDSM >>

Al contrario delle feste BDSM, i munch si tengono in locali pubblici e sono aperti a tutti. Uno o più organizzatori si mettono d’accordo con un locale, spesso prenotando una saletta un pochino più isolata. I nuovi arrivati possono chiedere informazioni all’entrata e unirsi agli altri partecipanti. E poi? E poi niente: ordinano il loro bel drink, mangiano e fanno due chiacchiere.

Durante i munch è vietato intrattenere situazioni di gioco BDSM e sono banditi i dress code fetish. Sono in tutto e per tutto aperitivi informali, pensati per creare relazioni tra persone prima che tra ruoli. Servono soprattutto per conoscere persone nuove e scambiare informazioni sul mondo kinky. Volendo, possono essere utili anche per chi è in cerca di un partner o di un compagno di giochi, nonché per introdurre il BDSM nella coppia in modo abbastanza soft.

Cos’è un play party e come funziona

Se i munch servono a rompere il ghiaccio, i play party sono l’occasione per passare al sodo. Trattasi di feste BDSM, dedicate a persone in cerca di un po’ di sano e perverso divertimento. Tendenzialmente si tengono in club privè attrezzati con vari strumenti di tortura. Per entrare è necessaria una tessera annuale, oltre a un contributo per il singolo evento. Fruste, pinze ecc. vanno portate da casa.

In occasione dei munch è obbligatorio vestirsi con abbigliamento “civile”. Per una festa BDSM vale tutto il contrario: devi lasciare il look quotidiano fuori dalla porta e adottare un dress code apposito. Ogni locale ha camerini nei quali puoi prepararti, appena fuori dai locali dedicati al gioco. Spesso ci sono anche un servizio di deposito per le borse e dei comodi armadietti per portafogli e, soprattutto, per i cellulari. Quest’ultimo punto è importante.

Durante un play party non puoi fare foto né registrare alcunché. Data la natura particolare dell’evento, il rispetto per la privacy è maniacale. Di conseguenza, è bene lasciare smartphone e apparecchi per registrare negli armadietti. Il rischio se non lo fai? Rendere i simpatici signori della sicurezza molto nervosi.

Ogni festa BDSM ha i propri dungeon master1 che vigilano sull’andamento. Il loro compito è controllare che nessuno si faccia – troppo – male, evitare che si facciano foto e buttare fuori chi viola le poche ma semplici regole di un play party:

  • usare un dress code (a onor del vero, senza dress code non ti fanno nemmeno entrare);
  • non fare né foto né video;
  • non dare fastidio a chi gioca;
  • chiedere sempre il permesso prima di toccare chiunque;
  • rispettare la safe word dei sottomessi;
  • non versare sangue;
  • pulire l’attrezzatura dopo aver giocato.

Com’è fatto un dress code fetish?

Dress code fetish da Nana to Kaoru

Come detto sopra, per entrare a un evento BDSM devi presentarti con un dress code fetish. In generale, è un look legato all’estetica del sadomaso e del bondage. Per capirci, il completino che dà il via alla storia di “Nana to Kaoru” sarebbe perfetto per un play party. Andare più nello specifico è però difficile: la natura del dress code dipende infatti anche dalla festa cui vuoi partecipare.

Alcuni play party sono più rigidi di altri rispetto al dress code. Un evento molto improntato sul fetish e sul fattore estetico sarà per forza di cose esigente. Altri ti consentono di entrare anche in abito da sera vanilla. La cosa migliore è buttare un occhio sul sito del party: salvo casi particolari, c’è sempre una pagina dedicata all’argomento.

A meno che tu non voglia partecipare a una festa molto esclusiva, mettere insieme un dress code decente è abbastanza facile.

  • Non avere paura della nudità. Entrare nudi non è considerato un dress code, ma nessuno si scandalizza per una tetta o una chiappa al vento.
  • Passa da H&M. No, non mi hanno pagata. H&M e altri negozi di abbigliamento sono ricchi di spunti per un dress code fetish senza troppe pretese. Pantaloni e gonne in eco-pelle, corsettini, vestiti in rete… Tutto fa brodo.
  • Attento alla scarpa. Lascia le scarpe da ginnastica a casa, che tu sia uomo o donna. Se sei una donna non serve il tacco 15, ma le ballerine sono bandite.
  • Compra un harness. Gli harness sono dei mini completi composti da fasce in pelle, cinghie e d-ring. Si usano nel bondage e, a seconda del modello, possono “coprire” solo il busto o tutto il corpo. Se sei un uomo, sei sottomesso e sei un po’ fisicato, armati di perizoma di pelle e harness: ti garantisco che andrà più che bene.

Sono una donna: mi devo preoccupare?

Esempio di abbigliamento fetish

All’inizio l’idea di avventurarmi in una festa BDSM mi preoccupava un pizzico. Insomma, sono una donna, sono bassa, sono praticamente nuda e circondata da pervertiti conclamati. Non sarà pericoloso? Se sei anche tu una donna, potresti condividere quelle stesse preoccupazioni che mi attanagliavano.

Ti potrà sembrare strano, ma una festa BDSM è più sicura di una serata in discoteca.

Va bene, anche i play party hanno i loro personaggi molesti. Bisogna però dire che basta un educato “no, grazie” per levarteli di torno. Sempre che tu voglia levarteli di torno.

Le feste BDSM girano tutte attorno al concetto di “consenso”. Sono ambienti fatti per essere sicuri e per mettere i partecipanti a proprio agio. Se qualcuno ti tocca senza chiedere il permesso o un gioco prende una piega sgradevole, ti basta alzare la voce. Vedrai che in men che non si dica arriverà qualcuno della sicurezza a darti una mano.

Sei obbligata a fare qualcosa? Assolutamente no, e questo vale per dominanti e sottomessi, uomini e donne. Volendo puoi passare la festa anche solo a guardare quello che fanno gli altri, purché tu non dia fastidio. Se qualcuno cerca di coinvolgerti a forza, mandalo a cagare e chiama i dungeon master.

La mia esperienza con il BDSM in Italia

Il BDSM in Italia

Come me la sono cavata io? Come ho fatto ad entrare nel giro del BDSM italiano? Ho iniziato a frequentare la Scena dopo la fine di una storia vanilla molto importante. Volevo esplorare il BDSM e trovare qualcuno come me.

Per prima cosa ho scelto uno pseudonimo pervy mi sono iscritta a FetLife, il social network dei pervertiti di tutto il mondo. Avrai notato che non lo cito tra i consigli e il motivo è semplice: non mi piace. La presenza dello schermo spinge la gente a fare uscite che non si sognerebbe mai di fare di persona. La cosa mi ha stufata in fretta. Quanto meno mi ha aiutata a scoprire i munch, che invece mi sono stati molto più utili.

I primi tempi frequentavo quasi tutti i munch di Milano. Devo dire che mi hanno aiutata molto dal punto di vista psicologico: ho scoperto persone interessanti, con gusti particolari come i miei. Molte le ho perse di vista, mentre con alcune ho stretto legami professionali e umani. Tra le persone che frequento ancora c’è anche colei che mi ha trascinata al mio primo play party.

Il mio dress code fetish è nato in un pomeriggio di shopping da Tezenis, per dire quanto è stato complicato. Dopodiché ci siamo messe in auto e abbiamo guidato fino al Nautilus, dove si teneva l’ULM (Ultimo Lunedì del Mese). Dopo la prima festa BDSM non ce ne sono state tantissime altre: non sono una grande fan degli eventi pubblici. Ho però conosciuto persone con le quali ho continuato a giocare in privato.

Il mio consiglio è lasciare l’imbarazzo fuori dalla porta. Come in tutti i contesti sociali, serve un minimo di prudenza, ma il BDSM è fatto di persone normali. Vivi gli eventi come occasioni per conoscere gente come te, senza ansia. Comportati in maniera naturale e, se stai cercando un partner, ricorda le normali regole di corteggiamento che valgono anche negli altri contesti.

Stai parlando con persone, non con ruoli.

Principali eventi BDSM in Italia

Eventi BDSM a Milano e in ItaliaLa mia idea sarebbe di aggiornare questa sezione con informazioni sempre nuove. Se vuoi condividere la tua esperienza con il BDSM o suggerirmi un evento fetish, scrivi nei commenti.

Munch BDSM a Milano

  • Milan Munch. È l’unico munch di Milano a cui non sono mai stata, anche se è abbastanza conosciuto. Si tiene un giovedì sì e uno no al Milord, vicino a Porta Venezia. Ogni aperitivo ha un tema che verrà trattato nel corso della serata con mini conferenze, la cui partecipazione è libera. L’età media dei partecipanti è abbastanza alta.
  • TNG Milano. Si tiene il terzo venerdì del mese al Rebel, a cinque minuti dalla fermata Loreto. È dedicato agli under 35, quindi l’ambiente è sempre molto giovane e attivo. L’affluenza dipende dal periodo, ma in generale si trova sempre gente.
  • FetLife Munch. Si tiene ogni primo venerdì del mese al Nhero, vicino a Repubblica. L’aperitivo è ricco e ci sono persone di tutte le età.

Feste BDSM a Milano

  • Sadistique. Ogni prima domenica del mese si tiene una delle più importanti feste BDSM di Milano. Dalle 15.00 alle 20.30 il club Nautilus si popola di loschi figuri vestiti di pelle e cuoio. Ogni evento ha un tema per il dress code, cui si può partecipare a piacere, e una master class. Il Sadistique è una creatura di Ayzad, autore del libro “BDSM. Guida per esploratori dell’erotismo estremo”.
  • ULM. Sempre al Nautilus si tiene l’altro play party per eccellenza di Milano. Ogni primo lunedì del mese, dalle 20.00 alle 4.00 del mattino. Dato l’orario tardo e l’organizzazione in settimana, l’età media è più alta rispetto a quella del Sadistique.

Munch BDSM in Toscana

Ringrazio La Quarta Corda per le informazioni.

  • TNG Firenze, si rivolge agli under 35 come la versione milanese e si tiene ogni secondo venerdì del mese. Per maggiori informazioni, contatta gli organizzatori su Facebook.
  • Gruppo Pistacchio Toscana, il gruppo kinky aperto solo a chi è toscano o risiede in Toscana.
  • Toscana Munch, altro munch per gli amici zozzoni che abitano in Toscana.

Feste BDSM in Toscana

  • Il Quinto Canto. Il play party si tiene a Calenzano presso il Desideria club privè, ogni primo sabato del mese. La festa si ferma nei mesi di luglio, agosto, settembre.

1 In gergo tecnico le sale attrezzate per il BDSM si dicono “dungeon”, da cui il nome. Da non confondere con i dungeon master di D&D, che di solito sono più avvezzi ai dadi che ai frustini.

L'articolo Come funziona un party BDSM e come entrare “nel giro” proviene da Cleis Ende.

]]>
SSC, le regole d’oro del BDSM https://www.cleisende.it/ssc-regole-bdsm/ Wed, 24 Jul 2019 13:57:08 +0000 https://www.cleisende.it/?p=350 Anche il BDSM ha le sue regole, tre per essere precisi: Sano Sicuro e Consensuale, SSC per gli amici. Cosa significano queste parole e come...

L'articolo SSC, le regole d’oro del BDSM proviene da Cleis Ende.

]]>
Anche il BDSM ha le sue regole, tre per essere precisi: Sano Sicuro e Consensuale, SSC per gli amici. Cosa significano queste parole e come si applicano?


L’altro giorno, io e il mio compagno Mela di Cromagnon ci stavamo coccolando dopo un po’ di sano sesso. A un certo punto, lui se ne viene fuori con: “e se mi succede qualcosa mentre sei legata?” Domanda legittima, sulla base della quale Stephen King ha anche scritto un romanzo. La risposta che dà lo scrittore non è delle più rassicuranti, però.

Il problema della sicurezza nel BDSM

Locandina di "Il gioco di Gerald"Il romanzo cui mi riferisco è Gerald’s Game, dal quale Netflix ha anche tratto un film. Semplificando, racconta di Jessie e Gerald, una coppia benestante che va a godersi un weekend romantico in mezzo al niente. Per movimentare un po’ la loro vita sessuale, Gerald propone un “gioco”: ammanettare Jessie al letto. Neanche il tempo di chiudere le manette, che gli viene un coccolone e muore. Jessie rimane quindi legata, lontana da qualsiasi forma di civiltà.

Per fortuna io e Mela siamo troppo poveri per poterci permettere una villa in mezzo al niente: una situazione alla Gerald’s Game è abbastanza improbabile[1]. Come se non bastasse, il nostro monolocale ha le pareti di cartapesta: probabilmente i vicini hanno un’idea abbastanza precisa di quando e come facciamo sesso[2]. Se iniziassi a urlare per chiedere aiuto, mi sentirebbe come minimo mezzo quartiere. Purtroppo questo non cancella il problema alla base.

Il BDSM è più pericoloso del sesso vanilla, poco da fare.

E se i miei vicini facessero finta di niente? E se Mela decidesse di imbavagliarmi, prima del succitato coccolone? E se legandomi comprimesse qualche nervo? E se nel mezzo del gioco mi rendessi conto che sta pisciando un po’ fuori dal vaso e cambiassi idea? Sono tutti problemi reali.

Leggi anche:La Tentazione“, il mio horror erotico

Cosa significa l’ SSC nel BDSM

L'importanza dell' SSC nel BDSML’istinto suicida non fa parte del pacchetto “personalità kinky” standard, quindi la questione della sicurezza è molto sentita nella Scena. Per ovviare a buona parte dei problemi di cui sopra, la comunità BDSM ha creato l’ SSC. Trattasi di piccole regole che aiutano a ridurre al minimo il rischio di stronzate e incidenti.

Per onestà preciso che esistono altre regole, tutte con le loro siglette, ma trovo che l’ SSC sia la migliore.

La sigla sta infatti per:

  • Sano. Tutte le parti in gioco devono essere in salute e lucide. In soldoni? Niente canne o alcol prima di Giocare, niente problemi di gestione della rabbia, niente masochismo o sadismo patologici. Se non sei in grado di capire quando è il caso di fermarti o fermare il partner, lascia perdere il BDSM.
  • Sicuro. Va bene che ci divertiamo dandoci mazzate a vicenda, ma farci scappare il morto è eccessivo. Per questo motivo, chi pratica BDSM in maniera seria cerca sempre di prevenire eventuali inconvenienti con studio e buon senso.
    Riprendiamo Gerald’s Game: sei in mezzo al niente e hai in mente di fare bondage. Non ordini alla servitù di tornare tra tre giorni. Chiedi alla domestica o a un amico di fare un colpo di telefono ogni sera e di venire a controllare, nel caso non rispondesse nessuno.
  • Consensuale. Ragazzi, c’è anche bisogno di precisarlo? Il BDSM è praticato da persone consenzienti. Tutte le parti in gioco hanno diritto di smarcarsi in qualsiasi momento. Sottolineo il “qualsiasi[3].

L’informazione come base del Gioco sicuro

Quali sono le regole del BDSML’ SSC è molto semplice sulla carta, molto meno nei fatti. Per praticare BDSM in modo davvero Sano, Sicuro e Consensuale serve prima di tutto un pizzico di paranoia. Non troppa, per non rovinare il Gioco, ma il minimo per sapere come reagire in caso di emergenza. In secondo luogo, bisogna conoscere la tecnica dietro alle zozzerie che si hanno in mente. In “Nana to Kaoru” questa cosa si vede molto bene.

Legare una persona con le corde è semplice, no? Dai un paio di giri, fai un bel nodo e via! Peccato che il nodo classico tenda a stringersi man mano che la persona si muove. Più il tempo passa, più la corda si stringe e più aumenta il rischio di fare davvero del male al sottomesso. Ecco perché esistono interi corsi di bondage con le corde il cui sottotitolo dovrebbe essere: “come non accoppare il tuo partner”.

Qualsiasi sia la tua “perversione”, informarti a riguardo è il minimo che puoi fare per le persone con le quali Giochi. E no, i libri erotici non valgono come informazione, neanche i miei (cui ti invito a dare un’occhiata sulla mia pagina autore Amazon).

Informarti l’unico modo per evitare quanto meno le cavolate più grosse, riducendo al minimo i rischi. Sì, ci sarà sempre la possibilità che la corda scivoli e comprima un nervo, che ti venga uno svarione mentre il partner è legato o cose così. Se però la sfortuna non ci mette il suo zampino e fai i tuoi bravi compiti, dovrebbe andare tutto bene.

Come imparare le regole del BDSM

Una volta capito che SSC non è solo una sigletta cui riempirsi la bocca, rimane il problema di come imparare – davvero – le regole del BDSM. Internet è un ottimo punto di partenza, ma va preso con le pinze: non sempre i consigli che si trovano sono degni di fiducia[4]. Ecco perché la cosa migliore è selezionare delle persone competenti nel proprio settore, che organizzino corsi e scrivano libri sull’argomento.

Vediamo qualche nome. Qualsiasi suggerimento per aggiunte e modifiche è ben accetto.

  • Il pluricitato Ayzad, che pratica BDSM da prima che io nascessi. Ha all’attivo diversi manuali e propone lezioni private per gli esploratori del sesso insolito più curiosi.
  • Kirigami, il più giovane tra i citati. Lui e la compagna Tenshiko organizzano corsi di bondage giapponese base, intermedi e avanzati a Milano. Il corso base è disponibile nella versione settimanale e intensiva.
  • Andrea Ropes, altro esperto di bondage giapponese. I suoi corsi si tengono soprattutto a Bologna.
  • La Quarta Corda, che si occupa di… ebbene sì, di bondage giapponese. Organizza corsi e rope jam a Firenze.
  • Xplore, che è un evento internazionale e non una persona. Durante i tre giorni dell’Xplore si susseguono workshop su sessualità alternativa, BDSM, tantra… Una scorpacciata di informazioni, ideale per i più curiosi.
  • Alithia Maltese, insegnante di bondage ed educatrice torinese. Organizza incontri aperti anche ai neofiti, nei quali parla di BDSM a 360°.
  • Marta Santospirito, in arte Tenshiko. Oltre che collaborare con il compagno Kirigami, propone consulenze a tema sessualità alternativa.

Sì, nella lista c’è un sacco di bondage giapponese. Che ti devo dire: va di moda.

Ma ne vale la pena?

Coppia BDSM a Colonia
Viene da chiedersi se non convenga scopare alla vecchia maniera, senza frustini e corde. Se escludiamo malattie veneree e gravidanze, è di sicuro più sicuro e semplice del BDSM.

In un certo senso sì, ma non credo che il BDSM sia una vera scelta. Al netto di facili doppi sensi, posso dire che certe cose le hai dentro e credo che il concetto emerga molto in certi racconti (vedi “Quello che facevi col tuo ex”, in “Femdom Power“). Non puoi ignorarle facendo finta che missionaria e una pecorina ogni tanto ti vadano bene. Non saresti tu.

Il massimo che puoi fare è dare una direzione alle tue fantasie, in modo da viverle in modo sicuro.

È un po’ come con il cibo: certe persone si nutrono, non mangiano. Possono campare a pollo e yogurt greco e insalata scondita vita natural durante. Da un certo punto di vista è meglio: rimangono in forma senza problemi e vivono in maniera più sana della media. Io però non ci riesco: ho bisogno di condire l’insalata e di dare un minimo di sapore al pollo, quanto meno con un po’ di limone.

Se usassi solo due cucchiai di olio al giorno e rinunciassi alla birretta del fine settimana sarei più in forma? Certo, ma non sarei felice.

Che ti devo dire: sono fatta così.


[1]     Che culo, eh?

[2]     E noi abbiamo un’idea abbastanza precisa di quanto litigano, perché e quando. Minimo una volta a settimana, per scenate di gelosia di lei, di solito verso le 3 di notte.

[3]     Questo vale anche per il sesso vanilla, per la cronaca. Se uno dei due non ha più voglia di scopare, ha il diritto di smettere. L’altro può essere comprensibilmente infastidito dalla cosa, ma deve comunque rispettare la decisione del partner. Se va avanti nonostante gli sia stato chiesto di piantarla, passa dal sesso consensuale allo stupro.

[4]     Per non parlare del porno, poi. Usalo per quello per cui è stato concepito: masturbarti. Gli insegnamenti veri stanno altrove.

L'articolo SSC, le regole d’oro del BDSM proviene da Cleis Ende.

]]>
Il soft BDSM esiste davvero? Come lo si pratica? https://www.cleisende.it/soft-bdsm/ Mon, 01 Apr 2019 16:04:21 +0000 https://www.cleisende.it/?p=248 Soft BDSM? Esiste davvero qualcosa del genere, oppure è una contraddizione in termini? Certo che esiste: il BDSM non è fatto solo di 24/7 Secondo...

L'articolo Il soft BDSM esiste davvero? Come lo si pratica? proviene da Cleis Ende.

]]>
Soft BDSM? Esiste davvero qualcosa del genere, oppure è una contraddizione in termini? Certo che esiste: il BDSM non è fatto solo di 24/7

Secondo la app di dating “OkCupid”, più del 60% dei suoi iscritti preferisce il sesso “violento”. Le percentuali si attestano attorno a un 75% per gli uomini e a un 62% per le donne. Inoltre, il 64% degli uomini e il 51% delle donne ha manifestato interesse verso il bondage. Ciononostante, queste percentuali non ci dicono nulla riguardo le singole pratiche.

Per OkCupid non pare esserci differenza tra hardcore e soft BDSM. Sarà davvero così?

Il “problema” del soft BDSM

Attrezzi per il BDSM soft

Nelle categorie “sesso sadomaso” e “bondage” rientrano:

  • seguaci del bondage giapponese;
  • masochisti e sadici estremi;
  • fan delle “50 Sfumature”;
  • inserire qui decine di altri voci.

Tutti insieme in un unico calderone.

Ti chiederai quanto peso abbia la questione, all’atto pratico. Molto, per chi è agli inizi e sta cercando un partner.

Leggi anche: “La vita di un altro”. Coming out, amore e BDSM

A volte i più inesperti faticano ad ammettere che sì, sono interessati alla sottomissione/dominazione erotica. Senza esagerare, però. Si avvicinano quindi alla Scena BDSM timorosi, con la paura di non essere “abbastanza” per i pervertiti più navigati. Non è una paura del tutto infondata.

Il concetto di “soft BDSM” non piace proprio a tutti e sì, c’è anche chi tratta la cosa come una moda passeggera. Il problema si manifesta soprattutto online, mentre le comunità offline tendono ad essere più aperte. O, quanto meno, più educate. Ayzad ha trattato il problema nell’articolo “Il problema del BDSM? È la scena BDSM”.

Secondo me, però, il problema vero è un altro: cos’è “soft” e cosa non lo è?

I tre criteri del sadomaso morbido (secondo me)

Secondo la mia esperienza, ci sono tre criteri per definire il sadomaso “soft”, due oggettivi e uno soggettivo.

  • Temporale. Quanto tempo hai intenzione di dedicare al BDSM? Perché là fuori ci sono coppie che vivono il BDSM 27 ore su 24 e 7 giorni su 7, sappilo. E poi c’è la netta maggioranza, che preferisce praticare solo a letto e magari neanche sempre. La prima casistica è sicuramente più “hard” della seconda.
  • Tecnico. Di quali competenze hai bisogno, per eseguire una certa pratica senza accoppare il partner? Ci sono pratiche BDSM tutto sommato facili e innocue, come lo spanking. Ce ne sono altre che possono essere letali, se non hanno dietro studio e competenze solide, come il clinical e l’insospettabile kinbaku.
  • Soggettivo. Per te cos’è “troppo”?

I primi due criteri sono importanti, specie per capire in quali pratiche ti puoi avventurare senza accoppare il partner. Alla fine della giornata, però, quello che conta davvero è l’ultimo. Cosa sei o non sei disposto a fare tu, sia come sottomesso sia come dominante.

Cos’è “soft” per te e cosa non lo è?

Il bondage leggero non è soft come ti dicono

Il criterio “tecnico” è quello su cui cascano molte incredibili liste online. Questi esimi colleghi suggeriscono modi meravigliosi per fare un po’ di sano BDSM soft, alla portata di tutti, facile.

Non fidarti.

Scommetterei la mia mano destra che il 90% di loro non sa nemmeno da che parte si guarda un flogger, dato quello che scrivono. Questo è molto evidente quando si tocca l’argomento “bondage leggero”.

Cosa si usa per il bondage leggero, a portata di dilettante? 9 volte su 10 spunta fuori una parola: corde. Bene, cancellala dal vocabolario. Le corde sono economiche, facili da procurarti, con un aspetto innocuo, ma non sono leggere neanche per sbaglio.

Le corde che hai in casa o quelle di cotone che vendono possono diventare pericolose, se non le sai usare. I nodi comuni, quelli che usi per l’arrosto, tendono a stringersi sempre di più. Questo ha due effetti:

  • diventano difficili da sciogliere;
  • rendono le legature sempre più strette e dolorose e pericolose, dato che potrebbero bloccare la circolazione.

Che tu voglia praticare bondage soft o hard, per usare le corde devi conoscere un minimo di tecnica. Come minimo, devi sapere come scegliere le corde e come praticare un nodo.

Per il materiale, ti consiglio di comprare le corde delle scuole di bondage: meglio di così non c’è niente. Per imparare a fare un nodo, ti linko un tutorial del maestro di kinbaku La Quarta Corda. Non sostituisce un corso di bondage, ma è meglio di niente.

Non hai voglia di sbatterti così tanto e vuoi un bondage davvero leggero? Compra un set di polsiere imbottite:

  • sono regolabili a piacere;
  • non si stringono o si allargano;
  • si slacciano e allacciano facilmente;
  • è davvero difficile fare male al partner (anche se non impossibile), a meno di non torcergli un braccio o una gamba in modo strano.

Evita quelle con la pelliccia, però: in estate si sporcano e fanno abbastanza schifo.

BDSM quanto “soft”?

Passiamo al criterio più emozionale, invece.

Non ho problemi a farmi legare, fustigare, bendare, anche “elettroshockare”. Eppure certe maschere sadomaso mi agitano solo a guardarle. E niente giochi con il freddo, per favore: lo soffro tantissimo e in modo per niente erotico. Insomma, le violet wand sì e i cubetti di ghiaccio no. Non sembra molto sensato, lo capisco.

Il punto è che l’espressione soft BDSM è vaga: ciascuno di noi ha un concetto diverso di cosa è “estremo”. Sono pochi i giochi sadomaso che rientrano nella categoria “troppo” per il 90% delle persone. Farsi strappare la pelle a frustate non è per tutti, diciamo così. Idem con patate per le pratiche che prevedono escrementi e affini. Tutto il resto è molto opinabile e – soprattutto – personale.

Se vuoi avere un approccio sano alla sessualità alternativa e non, devi prima di tutto prendere atto dei tuoi limiti. C’è chi gode nel farsi fustigare per ore nelle maniere più crudeli: benissimo. Altri sopportano a malapena un flogger: va bene comunque. Non sempre chi pratica BDSM va alla ricerca di giochi sessuali sempre più estremi. Anzi, quasi mai.

Renditene conto e sii chiaro con te stesso e un eventuale partner.

Giochi BDSM per tutti

Giochi BDSM di ruolo
Il confine tra sesso soft – vanilla – e sesso estremo è più sfumato di quanto piaccia pensare. Si può fare sesso soft e alternarlo con pratiche BDSM dure; fare solo sesso soft; fare solo BDSM soft o hard. In ogni caso, è importante cercare di comprendere fin dove puoi arrivare ed essere sincero con un possibile partner. Detto questo, è vero che ci sono pratiche più diffuse di altre e più facili da gestire per dei novizi.

Facciamo una piccola carrellata di giochi BDSM popolari e abbastanza innocui.

Giochi di ruolo erotici

Cosa c’entrano i giochini di ruolo con il BDSM soft? C’entrano, c’entrano.

Dottoressa e paziente; poliziotto e sospettato; segretaria/o e boss. Cosa hanno in comune tutti queste accoppiate, oltre che essere molto presenti nei porno? Mettono in scena dinamiche di potere, nelle quali una delle due parti è più forte dell’altra. Di conseguenza, c’è sempre uno dei due partner che si trova a dare ordini o che viene “circuito”/ammansito con favori sessuali.

I giochi di ruolo erotici sono la tipica porta d’ingresso per i giochi di dominazione e sottomissione. In gran parte dei casi, si parla di un BDSM davvero soft, privo di dolore e umiliazioni. Molto semplicemente, uno dei due partner accetta di farsi guidare dall’altro.

Soft bondage

Polsiere imbottite, nastri di raso da usare come bavaglio o bende, mascherine per gli occhi sono i tipici strumenti per il soft bondage. Uno dei due partner lega l’altro e “approfitta” di lui, spesso con l’aiuto di oli profumati e vibratori. Una vera tortura: non puoi immaginare la sofferenza.

In forme di bondage più estreme, il dominante usa le legature per mettere il sottomesso a disagio. In questi casi, sofferenza e umiliazione prendono il posto del dolore in senso stretto. Nel bondage morbido, invece, è importante che il sottomesso sia sempre comodo e a proprio agio. Ciò significa niente legacci troppo stretti e niente posizioni strane.

Sculacciate erotiche

È probabile che te ne sia già accorto: le natiche sono una zona erogena. Grazie alle tante terminazioni nervose e alla vicinanza con i genitali, sono perfette da baciare e accarezzare. E da mordere e sculacciare, ovvio.

Bastano un po’ di eccitazione sessuale e di apertura mentale, per trasformare una punizione corporale in qualcosa di fisicamente piacevole. Un paio di colpetti e il dolore lascia il posto a un inaspettato e languido piacere. Ecco perché tante coppie in teoria vanilla praticano lo spanking, il termine inglese che indica le sculacciate erotiche.

Chi preferisce un BDSM soft usa solo le mani, evitando gli strumenti più hard per lo spanking. Niente flogger, frustini, tanto meno nerbi o fruste: solo le nude mani a contatto con la chiappa. Eppure, a volte cinque dita bastano e avanzano per fare un sedere viola. Ricordalo, se desideri giochi erotici morbidi.

Adorazione dei piedi

Tra tutti i tipi di feticismo, quello dei piedi è di sicuro il più diffuso e interessa in larga parte gli uomini. Non sempre viaggia insieme al BDSM, è importante precisarlo. Ciò non toglie che leccare le estremità abbia in sé una forte componente di sottomissione. Per questo motivo, l’adorazione dei piedi è una delle pratiche più classiche nell’universo femdom e leather.

Leccare i piedi non provoca dolore a nessuna delle due parti, né ne riduce la libertà. È difficile trovare un BDSM più soft di così, sempre che ci sia davvero in ballo una dinamica di dominazione e sottomissione.

Piccola nota: evita di far leccare/leccare scarpe usate per camminare in strada. Non so come sia in altre parti d’Italia, ma leccare quello che rimane su un marciapiede milanese è un ottimo modo per prendersi chissà che cosa.

Leggi anche: “La vita di un altro”. Coming out, amore e BDSM

Come dire che ti piace il sadomaso soft

Non c’è un modo giusto in assoluto per trovare un partner con il quale praticare. Se ti interessa un BDSM soft, potrebbe essere più facile convertire una persona vanilla[1], ma non è detto. D’altra parte, è vero che alcune persone sulla Scena potrebbero cercare esperienze più “forti” di quelle che puoi offrire loro.

Il mio consiglio è di essere sempre sincero, per quanto possa sembrare controproducente. Non piegarti a cose che non ti piacciono o ti fanno paura, pur di essere all’altezza di un partner più audace. Allo stesso tempo, non cercare di cancellare le tue preferenze per adeguarti a una dolce metà vanilla. Sul lungo periodo staresti male tu e starebbe male anche l’altra persona.

Quando ti avvicini a un possibile partner e si comincia a parlare di sesso, sonda il terreno. Se l’altra persona è vanilla, cerca di capire cosa ne pensa di bondage e simili. Se è kinky, indaga sulle sue preferenze in termini di pratiche BDSM. Se le risposte non ti piacciono proprio, lascia perdere e vai avanti per la tua strada.

L’episodio del podcast sul “Soft BDSM di Schrödinger”


Se vuoi approfondire il tema, ti lascio un video che ho trovato interessante. In questo episodio di “La Malaeducaxxxion” si parla di trasgressioni, compreso il soft BDSM e il soft bondage.


[1] Io stessa adoro il tema della persona vanilla “convertita” al BDSM, come sa chi ha letto “Incontriamoci a San Valentino“.

L'articolo Il soft BDSM esiste davvero? Come lo si pratica? proviene da Cleis Ende.

]]>