Parasite Milk di Carlton Mellick III sembra uno spot sull’importanza del sesso sicuro. Uno spot bizzarro, erotico e a tratti terrificante

Premetto una cosa, anzi, due:

  • il libro di cui mi accingo a parlare è (per ora) disponibile solo in inglese;
  • Mellick non è un autore di libri erotici nel senso stretto del termine, ma di “bizarro fiction”. I suoi romanzi partono da premesse assurde e le portano alle estreme conseguenze. Il risultato? Storie disturbanti e bizzarre – è proprio il caso di dirlo – ma del tutto coerenti.

Perché parlo di un autore del genere in un blog dedicato al sesso e al BDSM? Perché Mellick ha sempre la testa “lì”. Tutti i suoi libri hanno una forte componente sessuale; a volte è parte stessa della storia, come in Parasite Milk o in La Marcia Carnale; in altri fa solo da contorno, come in Testa d’Uovo.

Nello specifico, Parasite Milk riesce nella difficile impresa di eccitarti e inorridirti allo stesso tempo. Una chicca per gli amanti dell’erotismo bizzarro.

La trama di Parasite Milk

Copertina di Parasite Milk di Mellick IIIGli esseri umani hanno scoperto come teletrasportarsi nello spazio, entrando finalmente in contatto con le numerose civiltà che lo popolano. Quali tipi di business sono nati, grazie a questa favolosa rivoluzione?

  • Reality trash ambientati su altri pianeti.
  • Turismo sessuale, per chi sogna di scopare con affascinanti (?) aliene.

Irving Rice non conosce nessuno dei due settori, ma dovrà imparare in fretta. Il ragazzo ha infatti accettato un lavoro da cameraman nel reality Bizarre Food, edizione interplanetaria. Come primo incarico, dovrà seguire la star Andrew Zimmern e il produttore Mick Meyers sul pianeta Kynaria, un incubo popolato da funghi senzienti. Questo non sembra scoraggiare Mick, intenzionato a fare sesso con le “bellezze” locali e a portare Irving con sé.

Il produttore sessuomane trascina il nostro conservativo protagonista in un bordello locale, per provare tutti i gusti del posto. Peccato che Irving non abbia nessuna voglia di tuffarsi nelle vasche di fango gelido che sostituiscono i letti. Né tanto meno di farsi toccare dagli orribili lumaconi che vi dormono dentro, le prostitute del bordello.

E se invece si avventurasse fuori, alla ricerca della meravigliosa ninfa che ha visto arrivando? Cosa potrebbe mai andare storto?

Com’è scritto il libro

Mellick ha un problema comune a tanti scrittori di nicchia: deve scrivere tanto e velocemente, se vuole pagarsi l’affitto con le proprie parole. Per questo motivo, tanti suoi libri sono un po’ troppo sbrigativi in certi punti, si lasciano andare a qualche spiegone di troppo e si fanno trascinare dalle premesse assurde. Nel caso di Parasite Milk, questi problemi sono quasi del tutto assenti.

Fin dalla prima pagina, sei nella mente di Irving e vivi le sue disavventure in prima persona. Il punto di vista è del tutto immerso, il che significa che percepisci tutto ciò che accade solo attraverso i sensi del protagonista. Oltre a questo, hai un accesso diretto ai pensieri di Irving e alle informazioni in suo possesso. Se Irving sa qualcosa di importante per la storia, lo sai anche tu; se è all’oscuro di qualcosa, lo vieni a scoprire insieme a lui.

Il punto di vista immersivo rende la lettura del libro quasi sensoriale, forse un po’ troppo forte per i lettori più sensibili. I rapporti sessuali sono descritti in modo nitido, lasciando spazio anche a sensi come l’olfatto e il gusto. Tutto questo rende il sesso ancora più eccitante e terrificante, non appena ne scopri le implicazioni.

Mai fare sesso alieno non protetto

A livello di trama, l’unica cosa che mi ha dato davvero fastidio è la storia delle erezioni di Irving. All’inizio del romanzo, il protagonista ci dice di essere afflitto da un durello perenne. Peccato che la cosa venga piantata lì quasi subito e non abbia conseguenze concrete. Mi chiedo se non sarebbe stata meglio tagliarla. Per il resto, la storia è coerente e lineare.

L’inizio del romanzo è un pochino lento: Mellick si prende tutto il tempo per mostrarci l’ambientazione e farci vivere lo schifo provato da Irving. In queste pagine, l’autore ne approfitta anche per introdurre il tema del sesso protetto.

Mick è un assiduo frequentatore di prostitute – aliene e non – e affronta l’eventuale rischio di malattie con una certa leggerezza. Ciononostante, fa una cosa cui tanti libertini come lui non pensano: porta i preservativi sempre con sé.

Mick e Irving discutono di quanto sia sicuro fare sesso con una prostituta aliena. Traduzione mia.

[Irving] “Va bene, è se i kynariani avessero una strana malattia che ti scioglie il pene? Non potresti saperlo.”

“Guarda, ho fatto sesso con dozzine di aliene di dozzine di mondi diversi: il massimo che mi sono preso è un raffreddore. Ti serve solo un preservativo e andrà tutto bene.”

Guardo fuori dal finestrino, fissando le costruzioni di funghi che ci passano accanto. Ormai non mi importa più di discutere con Mick. Non c’è nulla che possa dire che alleggerisca le mie preoccupazioni.

Mick dice: “Se vuoi andare sul sicuro, fatti fare un pompino e basta. Vai sempre sul sicuro con un pompino.”

Sorvoliamo sulla domanda: “un pompino è sempre sicuro per chi?”1 Mick mette comunque in chiaro una cosa: fai quello che vuoi, ma fallo con un preservativo addosso. Indovina un po’ chi dimentica tutte le paranoie di poco prima, non appena vede una bella ninfetta? Ebbene sì: il nostro caro Irving è prudente solo a parole.

Non dirò niente sulle conseguenze – bizzarre – dell’imprudenza del protagonista. Sappi solo che sono deliziosamente orripilanti.

Quando il bizzarro va a braccetto con la realtà

Io amo Mellick, specie quando parla di sesso e di bizzarrie e di bizzarrie sessuali. Le sue storie sono di genere fantastico/fantascientifico, eppure riescono a delineare certi tratti della società in modo molto più realistico di tanti libri mainstream. Parasite Milk non è da meno.

Mellick ci propone un protagonista normale, quasi mediocre, che fa le stupidate che tanti di noi hanno fatto o potrebbero fare. L’unica differenza è l’ambiente assurdo che lo circonda, che amplifica le conseguenze dei suoi atti. Ti trovi quindi a leggere le vicende di qualcuno quasi come te, che fa le tue stesse stronzate e finisce in un incubo.

Irving fa la figura del cretino, ma ragiona proprio come fanno tante persone all’apice del loro infoiamento: “figurati se capiterà a me”. È un pensiero del tutto normale, ma che non ha niente di SSC e che può portare al disastro. Perché, caro mio, siamo sinceri: secondo te, le 3.443 persone che nel 2017 hanno scoperto di avere l’HIV immaginavano che sarebbe andata a finire così? Ho la vaga sensazione di no.


1 Spoiler: non per la persona che lo fa. Il sesso orale non protetto può veicolare moltissime malattie, specie se fatto con l’ingoio. Lo so, non sono cose che vorresti sentirti dire.